In allegato una recente ricerca dell’Università di Modena e Reggio Emilia sulle iniziative promosse autonomamente dal mondo del lavoro per sostenere il fabbisogno abitativo dei lavoratori dipendenti. Per quanto limitate ad alcune realtà aziendali ed ovviamente impossibilitate a sostituire una vera e propria politica per la casa di carattere strutturale e di stampo universalistico, le soluzioni messe in atto – cercando di rispondere ad uno squilibrio del mercato immobiliare che soprattutto in alcune aree del paese ha ingigantito la difficoltà delle imprese a reperire la manodopera – costituiscono un esempio di pragmatismo ed un segnale in controtendenza che è certamente positivo. Peraltro lo studio elenca anche le iniziative unilaterali delle aziende e cioè quelle messe in campo senza coinvolgere il sindacato o facendo leva sugli enti bilaterali. Rispetto invece a queste ultime si tratta in linea di massima di accordi che prevedono sostegni di vario tipo per sostenere il costo della casa. Fra questi c’è per esempio l’accordo della Vittoria assicurazioni che, oltre a prevedere la possibilità per i neoassunti di ricevere dall’azienda il prestito necessario per il pagamento dell’affitto o della relativa cauzione, contempla anche quella di affittare alloggi di proprietà del datore di lavoro a condizioni di favore. Diversamente l’accordo Es Field Delivery Italia stabilisce possibilità più ampie di utilizzo dello smart working rispetto alle regole standard. Più esattamente si tratta di una soluzione offerta ai dipendenti che risiedono lontano dalle sedi aziendali ed in particolare nel Sud Italia, ferma restando la necessità di un numero minimo di rientri nel luogo di lavoro assegnato. Del resto, come riportato a pagina 7, anche secondo l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez) tra i vantaggi che i dipendenti delle aziende del Nord percepiscono maggiormente nel momento in cui viene loro proposto lo spostamento nelle aree del Sud, si colloca la maggior possibilità di trovare abitazioni a basso costo. Da segnalare anche l’iniziativa di Edilcassa Veneto che riflette una certa propensione verso i più giovani prevedendo da un lato un contributo affitto di 1.600,00 € per i lavoratori under40 che hanno stipulato un contratto d’affitto e dall’altro un contributo di 1.300,00 € per i lavoratori che hanno a carico studenti universitari fuori sede. Infine, ultimo ma non ultimo, c’è il caso dell’ente bilaterale di Siracusa (Ebat-Cimi) che prevede un contributo mensile per un massimo complessivo di 400,00 € a favore dei lavoratori agricoli stagionali extracomunitari per favorire l’accesso ad un alloggio. Un segnale importante, per quanto meno incisivo ed eclatante di quello fornito dall’imprenditore di Cuneo che, come riportato nelle pagine 5 e 6, poichè nessuno affittava la casa ai suoi operai migranti, ha comprato un palazzo appositamente per loro.

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