Si allega il DPCM 21/01/21 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 marzo e che fissa i criteri per l’assegnazione ai Comuni dei contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti alla riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. Si tratta del decreto attuativo dell’articolo 1 comma 42 della legge 160/2019 (legge di bilancio per il 2020) che allo scopo di finanziare questi progetti aveva stanziato risorse crescenti nel tempo e più esattamente 150 milioni di Euro per il 2021, 250 mln per l’anno 2022, 550 mln per ciascuno degli anni 2023 e 2024, 700 mln per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034. Stante l’obiettivo di contrastare il degrado sociale che come è noto riguarda soprattutto le periferie dei maggiori centri urbani, il decreto stabilisce innanzi tutto che possono accedere ai contributi, oltre alle città metropolitane e ai capoluoghi di provincia, soltanto i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti. Ma soprattutto il DPCM prevede che nel caso di insufficienza delle risorse stanziate l’attribuzione dei contributi verrà effettuata a favore dei Comuni che presentano un valore più elevato dell’IVSM vale a dire dell’indice di vulnerabilità sociale e materiale della popolazione calcolato dall’Istat in base all’incidenza percentuale di 7 indicatori (popolazione in età lavorativa senza titolo di studio, famiglie con potenziale disagio economico, famiglie con potenziale disagio assistenziale, popolazione in affollamento grave, famiglie con 6 o più componenti, famiglie monogenitoriali, disoccupazione giovanile). Infine il massimale del contributo, che è di 5 mln di Euro per i Comuni con meno di 50.000 abitanti e di 10 mln di Euro per i Comuni con popolazione fra 50.000 e 100.000 abitanti, risulta elevato a 20 mln di Euro per le città metropolitane, i capoluoghi di provincia e i Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti. Le richieste di contributo devono riferirsi ad opere pubbliche previste nel piano urbanistico comunale comunque denominato e finalizzate ad uno dei seguenti obiettivi: a) manutenzione per il riuso di aree e/o di strutture edilizie pubbliche per finalità di interesse pubblico; b) miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche mediante interventi di ristrutturazione edilizia di immobili pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo dei servizi sociali, educativi o didattici o alla promozione di attività culturali e sportive; c) mobilità sostenibile. Per il triennio 2021-2023 i Comuni sono tenuti a presentare le domande per la concessione dei contributi entro 90 giorni dalla data di pubblicazione del DPCM. Per i trienni successivi al 2023 in assenza di un successivo decreto le istanze andranno invece presentate entro il 30 giugno dell’anno precedente il periodo di riferimento.
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