Come già segnalato, l’articolo 14 del Decreto Legge 95/2025 (c.d. “omnibus”) ha introdotto misure specifiche di housing a favore del comparto turistico-ricettivo stanziando 54 milioni di euro per l’erogazione di finanziamenti pubblici volti alla creazione o alla riqualificazione di alloggi da destinare in affitto agli addetti del comparto ed ulteriori 66 milioni di euro per compensare una riduzione del canone di locazione da applicare in loro favore. Si allega il decreto ministeriale attuativo di questa norma che prevede: 1) i vincoli della durata minima di 9 anni della locazione e di uno sconto sul canone di almeno il 30% rispetto ai valori di mercato della zona; 2) un range da 0,5 a 5 milioni di euro per il finanziamento da erogare per i singoli interventi di riqualificazione o ammodernamento degli immobili con l’obiettivo minimo della creazione di almeno 10 posti letto; 3) la tipologia delle imprese che possono accedere al finanziamento fra cui figurano – oltre ad alberghi, ostelli, rifugi di montagna, bed & breakfast, campeggi, villaggi turistici – anche ristoranti, bar, stabilimenti balneari, centri benessere e parchi divertimento; 4) la possibilità di richiedere il finanziamento non soltanto per immobili in proprietà ma anche, previo consenso del proprietario, su quelli condotti in locazione; 5) un elenco ampio degli interventi ammissibili che ricomprende anche – sia pure nei limiti del 30% del finanziamento – gli interventi su impianti, macchinari e arredi; 6) una premialità pari al 15% aggiuntivo di finanziamento se la prestazione energetica viene migliorata del 40%; 7) punteggi per la valutazione delle domande che, oltre a salire in base al numero di posti letto creati, privilegiano le strutture ricettive in funzione per almeno 9 mesi all’anno e al tempo stesso quelle operanti in aree diverse dalle città metropolitane. Naturalmente l’obiettivo principale di un rafforzamento delle strutture turistico-ricettive implica anche un tentativo di arginare la diffusione degli affitti brevi e di ridimensionare gli impatti dell’overtourism. Inoltre, come già, si punta a facilitare l’assunzione di manodopera riducendo il costo della casa in alcune zone del paese dove i valori immobiliari hanno reso sconveniente la mobilità sul territorio dei lavoratori. Ma è altrettanto chiaro che la questione abitativa andrebbe affrontata globalmente intervenendo direttamente sul mercato della locazione per facilitare l’accesso ad una casa in affitto a costi sostenibili senza distinzioni. Occorre, cioè, tornare ad una politica abitativa di carattere generale che naturalmente non è di diretta competenza del Ministero del Turismo nè costituisce una mancanza ascrivibile soltanto al Governo in carica, essendo stata progressivamente abbandonata nell’ultimo quarto di secolo.
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