In allegato l’ultimo Rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale (ISPRA) sul consumo di suolo in Italia che purtroppo conferma un quadro sempre più sconfortante nonostante l’azzeramento del consumo di suolo sia un obiettivo necessario per il raggiungimento dei target previsti dall’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile, dal PNRR e dal Piano per la Transizione Ecologica. Gli ultimi dati mostrano infatti che il consumo di suolo, non soltanto è tornano a crescere negli ultimi due anni dopo il logico stop provocato dalla pandemia, ma nel 2022 accelera bruscamente e torna a correre a ritmi che in Italia non si vedevano da più di 10 anni. Nel 2022 i fenomeni di trasformazione del territorio naturale hanno riguardato quasi 77 chilometri quadrati vale a dire una superficie di poco più grande rispetto a quella del Comune di Napoli. Complessivamente le aree edificate occupano ora 5.414 chilometri quadrati vale a dire un territorio grande come la Liguria. Lombardia, Veneto e Campania restano le Regioni con il più alto consumo di suolo con percentuali comprese fra il 12% e il 10 % seguite da Emilia Romagna, Puglia e Lazio che hanno già consumato oltre l’8% del terreno naturale disponibile. Il 36% della superficie edificata ricade in aree a pericolosità sismica e l’8,6% in zone a rischio frana. Quasi il 13% si trova invece in aree a pericolosità idraulica con un rischio fortemente concentrato in Emilia Romagna dove circa il 63% della superficie edificata nella Regione ricade in zone a pericolosità idraulica media. Tra le aree metropolitane i valori più elevati di superficie già impermeabilizzata si riscontrano nella zona di Napoli seguita da Torino e Milano mentre è nel Comune di Roma che si è registrato il più alto consumo di suolo negli ultimi due anni (124 nuovi ettari consumati nel 2022 che si aggiungono ai 95 ettari del 2021). Come ormai di consueto ISPRA sottolinea l’urgenza di una normativa nazionale in conformità agli indirizzi europei e che, sovrapponendosi alle varie normative regionali, imponga i limiti necessari sia per minimizzare gli interventi di copertura artificiale che per aumentare il ripristino naturale delle aree più compromesse. Misure nazionali cogenti per favorire il riuso e la rigenerazione urbana che peraltro non pregiudicano il futuro dell’edilizia e al tempo stesso consentono di tutelare e valorizzare l’attività agricola. Provvedimenti che, come ricorda ISPRA, sono più mai fondamentali alla luce delle particolari fragilità ambientali e delle criticità climatiche del nostro Paese.
ISPRA RAPPORTO CONSUMO DI SUOLO 2023